Grazie a un movimento ben organizzato e cazzuto sotto ogni
punto di vista,il governo Monti e i suoi ministri Clini e Passera,si sta
mettendo contro un intera popolazione,quella pugliese,compresi tutti i suoi rappresentanti
istituzionali .
Già trivellare nel Mediterraneo è follia ,miriade di studi e
di ricerche venuti fuori ,quando si prospettavano le trivellazioni della BP al
largo delle coste libiche,ma la follia più grande contro ogni logica e idea di
presente e futuro,è quella che pur di raccogliere qualche settimana di
energia,sotto forma di bitume,perché la qualità del greggio è così scadente,che
più di quello non si può fare, si vuole mettere a rischio un economia legata al’
turismo,all’ambiente,all’agroalimentare,al cibo e tutto questo per favorire
delle multinazionali che niente hanno a che vedere con il benessere dei nostri
territori.
Ma in Puglia si stanno
preparando le barricate. La prima a rispondere alle sollecitazioni del
movimento no triv è stata la regione Puglia ,che con un ordine del giorno chiaro
ha dato mandato al Presidente della
Regione, l’Assessore all’Ambiente e la Giunta regionale ad opporsi con ogni
atto necessario alle decisioni del governo nazionale che autorizzano
prospezioni nel sottosuolo marino e consentono qualsiasi attività di sfruttamento
del mare e di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in Adriatico e
nello Ionio.
Riporto l’intero comunicato in quanto è un documento molto
importante per far capire l’aria che si respira in Puglia
“Salvaguardia delle acque antistanti le coste pugliesi e
italiane
dall'estrazione di idrocarburi in mare
Il Consiglio regionale pugliese
premesso che
• in Italia manca un piano energetico nazionale puntuale;
• le leggi che regolano le attività estrattive di petrolio
sono scarse e troppo permissive;
• negli ultimi anni diverse società petrolifere, quasi tutte
straniere, hanno presentato al Ministero dell'Ambiente, richieste di
autorizzazioni per prospezioni geosismiche e l’eventuale estrazione di
idrocarburi nei mari italiani ed in particolare nell’Adriatico;
• lo stesso Ministero ha rilasciato a diverse società
petrolifere straniere concessioni per avviare ricerche di idrocarburi in
diverse aree italiane ed in particolar modo in Adriatico, Ionio e Mediterraneo;
• l'attività estrattiva di greggio in mare potrebbe
compromettere in modo irreversibile le risorse che fanno dell’Italia e in
particolare del territorio pugliese, una delle zone d'Europa più turisticamente
appetite;
• le prospezioni con impiego di sorgenti energizzanti ad
aria compressa (tecnica dell’air-gun), hanno un impatto accertato sui cetacei e
quindi ripercussioni sull’intero ecosistema marino;
• il Ministro Clini, sullo spiaggiamento dei capodogli in
Puglia non esclude gli air-gun come potenziale fattore di disturbo e/o
alterazione del comportamento di questi cetacei;
• i benefici economici che il Governo ritiene di poter
trarre dalla “svendita” del proprio territorio sono irrilevanti, se riferiti alla
qualità e quantità del petrolio che si intende estrarre, peraltro affatto
compensativi dei rischi che il territorio e la salute dei cittadini potrebbero
subire;
• il Mar Adriatico e Mediterraneo sono già fortemente
inquinati per la presenza di ordigni bellici sui fondali e per il transito
giornaliero di diverse imbarcazioni e moltissime petroliere;
• le popolazioni di diverse regioni italiane, ed in
particolar modo quella pugliese, hanno in questi anni manifestato in maniera
palese, con il supporto delle istituzioni, la propria contrarietà
all'installazione di piattaforme al largo di coste dall’importante valore
paesaggistico e naturalistico;
atteso che
• non possono valere le rassicurazioni del Ministero
competente circa il sistema non invasivo della ricerca e della trivellazione
dei fondali marini, quando si è a conoscenza di gravissimi incidenti, con danni
ambientali irreversibili causati dalla fuoriuscita di petrolio, che si sono
verificati negli ultimi anni, dal Golfo del Messico al largo della Scozia e o
Brasile;
considerato che
• la Regione Puglia ha approvato nell’estate 2011 la
proposta di legge alle Camere "Divieto di prospezione, ricerca, e
coltivazione di idrocarburi liquidi", per vietare la prospezione, ricerca
e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque del mare Adriatico
prospiciente le Regioni: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche,
Abruzzo, Molise e Puglia;
• la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative
delle Regioni e delle Province autonome, riunita a l’Aquila il 24.11.2011, su
proposta del Presidente del Consiglio pugliese ha invitato il Presidente del
Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’Ambiente a sospendere ogni
procedimento autorizzativo per indagini petrolifere in mare e ad adottare una
moratoria di ogni iniziativa di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi
nell’Adriatico e nelle acque al largo di tutte le coste europee
• i cittadini pugliesi in più occasioni hanno già
manifestato piena convinzione a favore delle energie rinnovabili, attuate in
modo razionale e compatibile;
• sono state presentate da diversi esponenti politici
pugliesi numerose interrogazioni parlamentari, una proposta di legge, una
risoluzione ed una mozione parlamentare, oltre a diversi ordini del giorno a
livello regionale, provinciale e comunale;
visto
• l’impegno profuso in questi ultimi due anni dalla Regione
Puglia, al fianco della società civile, per contrastare l’installazione di
piattaforme petrolifere nei nostri mari e le numerose manifestazioni di piazza
della popolazione pugliese: da Monopoli, Ostuni, Fasano, Lesina, Tremiti,
Termoli ed ultima quella del 21 gennaio 2012 a Monopoli, quando l’intera
Regione Puglia, insieme a rappresentanze di Abruzzo, Basilicata e Sicilia, ha
chiaramente ribadito la propria contrarietà a qualsiasi forma di estrazione
petrolifera sia in mare che sulla terraferma;
preso atto che
• le associazioni e i comitati ambientalisti, auditi oggi
dalla Conferenza dei Capigruppo, hanno chiesto ai presenti di “rompere
l’assedio, politico e mediatico, in cui è stata isolata la Regione Puglia nella
sua battaglia compatta e trasversale contro ogni tipo di ricerca ed estrazione
di idrocarburi, impegnando le rispettive segreterie nazionali a prendere una
posizione ufficiale chiara e decisa sull’argomento”
IMPEGNA
Il Presidente della Regione, l’Assessore all’Ambiente e la
Giunta regionale ad opporsi con ogni atto necessario alle decisioni del governo
nazionale che autorizzano prospezioni nel sottosuolo marino e consentono
qualsiasi attività di sfruttamento del mare e di ricerca e coltivazione di
idrocarburi liquidi in Adriatico e nello Ionio.”
Nonostante i tentativi di dialogo cercati dal Presidente
Vendola e gli incontri che ha cercato di organizzare con il movimento no triv,la
risposta dei rappresentanti del governo è stata sempre rigida e con nessuna
voglia di prendere nella giusta considerazione le giuste analisi poste dal
movimento.
Ma la novità e che oltre alla Regione Puglia tutte le
Regioni italiane ,grazie all’iniziativa presa dal Presidente del consiglio
regionale pugliese Onofrio Introna,si schierano compatte contro le
trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio.
Ma vediamola integralmente questa nota dello staff del
Presidente del consiglio regionale pugliese;
“Agenzia nr. 4850 del 20/09/2012
» Presidente del Consiglio
Tutti i Consigli regionali contro le trivelle: odg dei
presidenti a Roma
La battaglia della Puglia contro le trivelle in mare vede
ora alleate tutte le venti Regioni. Già ad agosto, il Veneto aveva adottato una
proposta di legge alle Camere per il divieto dello sfruttamento del mare a
scopi petroliferi. L’iniziativa legislativa segue...il modello di quella
avanzata dal Consiglio regionale pugliese all’unanimità fin dal luglio 2011,
con la richiesta al Parlamento di approvare una legge nazionale no petrolio.
Oggi, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e
delle Province autonome ha adottato un ordine del giorno “secco e preciso sul
bersaglio”, rende noto “con soddisfazione” il presidente del Consiglio
pugliese, Onofrio Introna, alla cui iniziativa si deve il documento unanime
dell’organismo che riunisce i vertici di tutti i parlamenti regionali.
Condiviso nella plenaria della Conferenza, a Roma, l’odg
“impegna i presidenti, le Giunte regionali e gli assessori all’ambiente ad
opporsi con ogni atto necessario alle decisioni del governo nazionale che autorizzano
prospezioni nel sottosuolo marino e consentano qualsiasi attività di
sfruttamento del mare e di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in
Adriatico e nello Ionio”.
I presidenti dei Consigli convengono inoltre
“sull’organizzazione di una Conferenza di tutte Regioni adriatiche e ioniche,
italiane e non, da tenersi a Venezia l’ 8 e 9 novembre, con la partecipazione,
già confermata, del ministro per l’ambiente Corrado Clini”.
“L’obiettivo è il divieto assoluto di perforare i nostri
mari – ricorda Introna - per metterli in sicurezza da ogni rischio di
inquinamento, che sarebbe fatale per un’economia fiorente come quella turistica
e marinara''.
Veneto e Puglia inviato proposte di legge al Parlamento,
l’Abruzzo seguirà presto l’esempio. “ L'Adriatico è poco più di uno stagno, il
Mediterraneo poco più di un lago - osserva il presidente del Consiglio
regionale pugliese – non voglio nemmeno pensare a un disastro ambientale come
quello del Golfo del Messico, che ridurrebbe milioni di europei in condizioni
invivibili. E vogliamo estendere le norme che vietano ricerche e prelievo di
idrocarburi nei mari a tutte le regioni che si affacciano sull’Adriatico, sullo
Ionio, su tutte le acque del Mediterraneo europee. Per questo, inviteremo a
Venezia, l’8 e il 9 novembre, delegazioni di Paesi adriatici: Croazia,
Montenegro, Albania, Grecia''.
Nella parte narrativa che anticipa il dispositivo con le
indicazioni “operative”, l’ordine del giorno della Conferenza dei presidenti fa
proprie e rafforza oggettivamente tutte le considerazioni sostenute dalle
componenti istituzionali, politiche e sociali della Puglia e portate avanti dal
Consiglio regionale, con il concorso senza distinzioni di tutte le forze
politiche e delle associazioni che si riconoscono in un ampio movimento
ambientalista contro il petrolio e per il mare pulito “.
Intanto in attesa delle decisioni del Governo,che a quanto
pare non vuole sentire ragioni di nessun tipo,il Ministro Clini tempo fa ha
dichiarato”Non sempre vince chi strilla di più”Mentre Monti e Passera si commuovono quando sentono
parlare di multinazionali… comunque in attesa delle decisioni del Governo il movimento no
triv ben coadiuvato da Raffaele Viglilante ha organizzato una grande
manifestazione nazionale a Manfredonia,per dire basta a questa follia delle
trivellazioni nell’Adriatico.
Sperando che sia l’ultima volta dove si ascoltino follie del
genere.